Con l’intervista a Roberto Palermo inauguriamo una serie di articoli dedicati ai doppiatori di “Gangs of London”, la grande serie di Sky Atlantic di cui Dream & Dream ha curato il doppiaggio.
Roberto da la voce a Elliot Finch, forse il personaggio più complesso ed enigmatico della serie, come emerge bene dalle sue stesse parole.
Il tuo personaggio in Gangs of London, Elliot Finch, è ricco di sfumature e ambiguità, sia di ruolo che psicologiche. Come descriveresti il suo personaggio nella complessa scacchiera della serie?
Il personaggio di Elliot Finch mi ha ispirato fiducia fin dalla prima scena.
Viene presentato mentre recupera delle banconote da un nascondiglio molto difficile da raggiungere.
È ben vestito e composto, ma si sbraccia frugando nella pozza di un vicolo che ispira ben poca pulizia.
Fa molta fatica, ma con dignità e senza mai disprezzo.
Sope Dirisu, dal momento in cui appare in Gangs of London nei panni di Elliot, mi ha presentato delicatamente e con estrema bravura un uomo che conosce la sofferenza e il senso del sacrificio in onore di un scopo più alto.
Scopo che si comprenderà solo più tardi, grazie alle relazioni con gli altri personaggi chiave e soprattutto con suo padre.
Parte delle fondamenta psicologiche e dei conflitti di Elliot che hanno confermato la fiducia che istintivamente gli ho accordato fin dal primo fotogramma.
La curiosità di conoscerlo meglio è venuta da sé.
È un personaggio nelle tue corde? Hai dovuto superare particolari difficoltà?
Elliot è un personaggio che sa quando è tempo di riflessione, dialogo ed empatia, e quando invece è tempo di azione per la sopravvivenza. Condivido appieno la possibilità di percorrere entrambe le corsie al momento giusto.
Il mondo in cui vive Elliot Finch non è di certo vicino al mio, ma in sala di doppiaggio, poter esprimere all’estremo caratteristiche che in qualche modo pratico caratterialmente nella vita quotidiana mi ha dato uno stimolo in più per guardare dentro di me attraverso l’interpretazione di Sope.
Oltre ad essere uno dei doppiatori di Gangs of London, dai la voce anche ad Antoine, co-protagonista nella fortunata serie di Fox “Candice Renoir”.
Hai trovato delle analogie tra Antoine ed Elliot?
Antoine ed Elliot sono immersi in due contesti narrativi molto diversi (fortunatamente per Antoine…), ma penso che possano condividere, nella struttura dei loro personaggi, la generosità e la pazienza con cui si approcciano agli altri e alle problematiche del mondo circostante.
Pur dovendo affrontare conflitti interni ed esterni di ben differente entità.
Come ti sei trovato con il direttore del doppiaggio di Gangs of London, Marcello Cortese?
Lavoro da molto tempo con Marcello Cortese e, anche in questa lavorazione, fin da subito mi ha consentito di fidarmi del mio istinto, rischiando a volte di andare fuori strada, o al contrario, di cogliere qualcosa di molto intimo.
In tutto questo ho avuto al timone “dall’altra parte del vetro” un direttore che comprende e guida molto bene chi è davanti al microfono attraverso la narrazione, che ha le idee chiare ma accoglie sempre di buon grado e con pazienza (molta, nel mio caso…) eventuali proposte.
Uscendo dalla sala ho sempre portato a casa un confronto che mi ha arricchito.
Come sei entrato nel mondo del doppiaggio?
Cosa rappresenta il doppiaggio nella vita professionale di Roberto Palermo?
Quali personaggi che hai interpretato ti hanno dato le maggiori soddisfazioni?
I miei esordi professionali in realtà hanno origine nel montaggio audiovisivo.
La passione per il doppiaggio è un fiume che scorreva sottopelle fin da ragazzino, ma non pensavo che lo avrei mai potuto fare di lavoro.
Gli anni di corsi di recitazione, sceneggiatura, lettura a leggio e poi doppiaggio per “interesse personale” durante la mia carriera di montatore, ad un tratto si sono trasformati nella volontà di assistere ai primi turni e a entrare in sala a divertirmi (pur terrorizzato) anche solo per una riga di battuta.
E molto prima di ottenere i miei primi personaggi, anche piccolissimi, ho capito che il montaggio, il mio primo amore, avrebbe lasciato spazio senza gelosia alla passione per il doppiaggio.
Ma nulla esclude nulla.
Il montaggio, la regia, la sceneggiatura, e tutto ciò che riguarda le nostre emozioni, non possono che contaminarsi con mill’altri argomenti di studio per poter dare di ogni scena raccontata un punto di vista sempre diverso.
Punto di vista che riportato alla vita reale, a volte, diventa illuminante.